Faenza com'era, com'è, come sarà
Ci sarà ancora Faenza fra zinquant’en? Ci saranno i faentini sotto la Torre dell’Orologio chi scorr di ultum fët ‘d Fèza? Come saranno l’ambiente, le abitudini, il modo di vivere? Quale sarà l’identità cittadina? E gli eventi curiosi? Sopravviveranno la scanzonata saggezza popolare faentina e il dialetto alla globalizzazione economica e al multiculturalismo dominante? Il diario scritto da un anonimo faentino
nel 2060 e misteriosamente comparso ai giorni nostri.
« Prendo atto con soddisfazione, assieme a tutti gli amanti di questa “lingua”, che l’anonimo faentino, nel 2060, usa ancora con proprietà e disinvoltura numerosi termini ed espressioni dialettali di cui molti pessimisti avevano previsto la totale scomparsa entro pochissimi decenni».
Dalla prefazione di Gilberto Casadio
Floriano Cerini è nato e vive a Faenza. Laureato in Giurisprudenza, dopo aver lavorato all’Inps dal 1972 al 2010 ha pubblicato un pamphlet sulla sua esperienza lavorativa: Dalle marche(tte) a Vicky 2.0 - storie e miti della mia previdenza, edito da Homeless book.
Col successivo Burdèl - edito da Tempo al Libro nel 2012 - ha fatto un salto all’indietro di oltre 50 anni, mentre ora ne compie uno in avanti della stessa ampiezza, proteso al futuro del mondo e della sua città, senza dimenticare le radici romagnole e faentine.
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